martedì 29 ottobre 2013

Alessandro Baricco


- Voi dovete essere Bartleboom.
Bartleboom, veramente, aspettava un'onda. O qualcosa del genere. Alzò lo sguardo e vide una donna, chiusa in un elegante mantello viola.
- Bartleboom, sì... professor Ismael Bartleboom.
- Avete perso qualcosa?
Bartleboom si rese conto che se ne era rimasto chino in avanti, ancora irrigidito nello scientifico profilo dello strumento ottico in cui si era tramutato. Si raddrizzò con tutta la naturalezza di cui fu capace. Pochissima.
- No. Sto lavorando.
- Lavorando?
- Sì, faccio... faccio delle ricerche, sapete, delle ricerche...
- Ah.
- Delle ricerche scientifiche, voglio dire...
- Scientifiche.
- Sì.
Silenzio. La donna si strinse nel suo mantello viola.
- Conchiglie, licheni, cose del genere?
- No, onde.
Così: onde. 
- Cioè... vedete lì, dove l'acqua arriva... sale sulla spiaggia poi si ferma... ecco, proprio quel punto, dove si ferma... dura proprio solo un attimo, guardate, ecco, ad esempio, lì... vedete che dura solo un attimo, poi sparisce, ma se uno riuscisse a fermare quell'attimo... quando l'acqua si ferma, proprio quel punto, quella curva... è quello che io studio. Dove l'acqua si ferma.
- E cosa c'è da studiare?
- Bé, è un punto importante... a volte non ci si fa caso, ma se ci pensate bene lì succede qualcosa di straordinario, di... straordinario.
- Veramente?
Bartleboom si sporse leggermente verso la donna. Si sarebbe detto che avesse un segreto da dire quando disse 
- Lì finisce il mare.
Il mare immenso, l'oceano mare, che infinito corre oltre ogni sguardo, l'immane mare onnipotente - c'è un luogo dove finisce, e un istante - l'immenso mare, un luogo piccolissimo e un istante da nulla. Questo, voleva dire Bartleboom. 

  
                                                                                                       Alessandro Barico, Oceano Mare. Pag. 32, 33

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