Ah quanto le odio le serate di
musica live.
Con tutti i locali che ci sono,
proprio qui dovevano organizzare questo concerto?
Almeno fossero bravi.
Guarda quel ragazzo, che con quella
chioma sembra una scopa.
Anawak
odiava le serate che non rientravano nel suo schema quotidiano, soprattutto se
disturbavano la quiete del bar prediletto. Troppe implicazioni in una festa,
figurarsi durante un concerto. Esso comportava perdere il suo tavolino abituale
e dover sorseggiare mal volentieri il suo Vecchio Amaro del Capo in piedi, tra
la gente che si spintona, suda e urla. Per la gente era divertimento, per quell'uomo irrequietudine.
No, no.
Non voleva né concerti,né feste a tema. Non se ne parlava neanche di aperitivi
con musica Lounge e patatine nelle ciotole.
Quella
sera Anawak, un uomo sulla quarantina, aveva percorso i binari verso il bar. I
pini marittimi lungo il viale rumoreggiavano ai deboli venti, le betulle indossavano l’arancio dell’abito
serale. L’aria era piena di sentimento; la libertà dei bambini che giocavano
fino all'imbrunire per poi rincasare con le gambe piede di punture e graffi, la
creazione delle casalinghe che cucinavano ciò che i mariti mai si sarebbero
aspettati, la lentezza lieta degli anziani, che si radunavano con le sedie nei
punti morti delle strade e iniziavano ad osservare il respiro del paese nelle
ore serali di giugno.
Con
questa atmosfera fece l’ultimo passo ed entrò nel bar, ciò che vedette cambiò
il suo umore all'istante.
M A… M A Y H E..
M A Y H E M..
Wei giovanotto? Mayhem? Cosa pensi
di fare con tutta questa cianfrusaglia proprio all'entrata?
Il
ragazzo con maglietta nera metal dei Mayhem non risposte. Andava qua e là;
prendeva i cavi; montava le casse. Nulla era successo, se non il doppio pedale
che batteva nelle cuffiette del mp3.
Ma porca p……! Wei pivello!? E la botta sulla spalla servì ad attirare l’audience.
Salve! Eh… il concerto inizia alle…
Salve glielo dici ai tuoi amici
depravati! Cosa succede qui?
Cosa poteva fare un giovane adolescente con una coda di capelli lunghi e i primi
accenni di barba contro l’irruenza di anni di routine e solitudine?
Dai! Togli tutto da qui che voglio
il passaggio libero!
Anawak, lasciami lavorare in pace il ragazzo. Deve preparare tutto per
stasera e manca solo un ora e mezza al concerto.
Concerto? No Robert, ci risiamo…
Vieni qua che ti offro da bere. Amaro?
Io non capisco perché devi far
venire questi depravati a far casin…. EHI! STA FERMO CON QUEL TAVOLINO ALTRIMENTI
TI TAGLIO I CAPELLI E LI VENDO COME EXTANSION!
Clark! Abbi pazienza, spostalo di un metro solamente. Sì, più a destra e basta!
Ecco l’amaro. E lo sai anche tu che ogni tanto si organizza un concerto.
Non fare il broncio e apriti un po’. Saranno anche tutti giovani. Dai su!
Sono già stato giovane una volta,
non mi servono dei pivellini per ricordarmelo!
Robert
consegnò il bicchiere offerto insieme al telecomando della televisione e il
giornale e lo esortò
Siediti pure al tuo tavolino e rilassati.
Anawak
non poteva rilassarsi, per niente. Aprì la bocca e bevve il primo bicchiere. Lesse
la cronaca nera del giornale. Ordinò un altro bicchiere e lesse di un uomo che
aveva trovato uno scrigno in giardino, stava facendo il buco per la piscina. Ridicolo! E sorseggiò il liquore.
Stava
leggendo di un’anziana girovaga quando si accorse che il bar si stava
riempiendo velocemente di persone. Mamma mia! Ci siamo! Finì l’amaro ma non cambiò il bicchiere, che
si riempì di nuovo.
Buonasera gente! Noi siamo i Sant
Wave Experience e siamo qui per spaccare!
Anawak accese
subito la televisione dal suo tavolino, creando una suspense di sguardi tra lui
ed il cantante. Poi la band iniziò in sol il loro concerto. L’uomo sulla quarantina
si arrese, girò per minuti interminabili i canali della piccola televisione di
fronte a lui, dando quasi le spalle al palco e alla moltitudine di giovani fans.
Non si
accorse che era quasi finito il quarto bicchiere. I suoi occhi erano persi
nelle battute della partita di Cricket mandata in differita. Il rumore oramai
aveva rodato le sue orecchie. Buttò giù e cercò subito lo sguardo di Robert per
l’ultima bevuta.
Il
battitore in televisione aveva colpito in maniera perfetta la palla nel
medesimo istante in cui al cantante cade una goccia di sudore dal naso. Nello stesso momento il bassista avvertì il
panico di aver steccato la nota e girò lo sguardo verso il cugino chitarrista
che stava osservando la ragazza che gli piaceva flirtare con un ragazzo più
grande. Chi stava arrivando e chi stava
andando via. C’era movimento nel locale.
Tutto si
muoveva tranne tre persone. Anawak aveva interrotto le sue azioni. Cercava di
deglutire il nodo alla gola e riaprire i polmoni chiusi. Osservava quel ragazzo
e quella ragazza, distanti l’uno dall'altra di tre mattonelle da trenta centimetri l’una. Il cuore era più grande del suo
corpo da tanto che pulsava. La logica non esisteva in quell'istante. Osservava
lo sguardo del ragazzo e da quegli occhi in linea retta si arrivava allo sguardo
della ragazza. Rifece il nodo più forte,
e i polmoni si sgonfiarono totalmente. Il cuore era arrivato alle
orecchie. Lo stomaco confermò la sua
presenza. Le mani sudate, fredde.
Tutto il
movimento era sospeso.
La
sospensione tra due persone che si guardano per la prima volta o si ritrovano
per la prima volta. La sospensione di sguardi che scovano nel medesimo istante
di una battuta perfetta e di una goccia di sudore ciò che piace ancora. Gli
occhi non si oppongono mai, si ricordò.
Perché non
finiva con un…. Anawak interruppe il pensiero e chiuse gli occhi.
E tutto finì con un bacio.
E.G.