Un passo dopo l’altro
procedeva lungo il viale alberato. L’anca doleva come al solito, tuttavia il
nonno era entusiasta, si stava dirigendo a casa del suo nipotino per la
consueta mattinata nel parco comunale e tutto era al posto giusto; il sole
iniziava a rincuorare i pedoni della città e gli alberi sembravano chiassosi
per le strade, come al mercato, dove nelle bancarelle i fusti scuotevano le
loro tonalità di verde al miglior osservatore. Era una meraviglia la primavera
e non per caso qualche giorno fa l’uomo aveva trovato in una scatola in cantina
il libro di Scienze: V B Giulia, sua
figlia, che mai si sarebbe immaginata suo padre studiare per giorni e giorni al
fine di insegnare al bambino di cinque anni i fiori e le piante. Ed in quel
giorno si sarebbe tenuta la lezione!
Mentre camminava il
nonno osservava qualsiasi pianta, fiore, erba. Ripassava mentalmente il sermone
di Scienze. Stimma, fusto, peli radicali, petalo… no aspetta. Ahn si! Si può
dire anche corolla. Tiglio, betulla, pino marittimo, cedro… “Ciao nonno!” tigmotropismo, “Nonno! Ciao!”, chemiotropismo, “NONNO!”, “Eliotrop… Elia! Ciao! Sei pronto?”
“Sì”.
“La mamma dov'è?” .
“Ti ha visto arrivare ed è andata con il papà in
macchina”.
“Lasciandoti qua da solo? Che pazzi!”, “Va beh.
Dammi la mano che attraversiamo. Sai dove andiamo oggi?”.
“Andiamo al centro dei giochi?”
“No. Cosa sarebbe il centro dei giochi?”.
“Dove ci sono giochi nonno!”.
“No so, ma no. Un posto ancora più bello!”.
“Nonno, ma il centro dei giochi è il posto più
bello”.
“Attento alla cacca lì per terra! No, ma fidati del
nonno che ti piacerà, ci sono giochi anche lì”.
“Va bene”.
“Allora cosa hai fatto ieri a scuola?”
“Le tabelline, una poesia, una canzone con il
piffero e io ho fatto un aeroplano”.
“Un aeroplano? Tutto da solo?”.
“Un aeroplano di carta nonno”.
“e avete studiato le piante, i fiori? Per esempio,
che pianta è quella lì?”. Mentalmente aveva ripassato il nome e la
classe: Platanus della famiglia delle Platanaceae.
“Che pianta è?”
Perfetto! Ora iniziava
il momento che stava aspettando: “ Elia,
quello è un Platano e il suo nome scientifico è Platanus della famiglia delle
Platanaceae e uno dei più grandi platani può sorreggere cento uomini. Che bello
o no?”… “Ti piace?”
“Si!”
“Guarda! Un fiore rosso! Sai che fiore è?”
“Che fiore è?”
Rosa, famiglia
Rosaceae: “Quel fiore è una rosa della
famiglia delle Rosaceae?”
“E dov'è la sua famiglia?”
“Ah… no. La famiglia è una classificazione del
fiore, viene usata dagli scienziati per avere più ordine e..” “Nonno cos'è l’amore?”.
A che capitolo era la
riproduzione? Forse era il volume secondo… “L’amore
è un sentimento. Tua mamma e tuo papà ti amano e si amano”.
“E come lo sai?”
“Beh ti amano perché sei il loro bambino e ti hanno
voluto insieme”.
“E come sai che si amano?”
“Eeeperchè sono insieme e sono con te una famiglia”.
“E se sono distanti si amano lo stesso?”
Il nonno si fermò
lentamente, con l’ultimo passo che scivolo sul marciapiede adiacente all'immenso parco comunale della città. Osservò il piccolo ed era lì in attesa. “Come mai me lo chiedi?”, “Vuoi che ci sediamo su quella panchina?”.
“Sì. Tu mi hai detto che il papà e la mamma si
amano perché sono insieme, ma se sono lontani?”
“Se fossero lontani?! Ma non sono lontani i tuoi
genitori. Perché me lo chiedi?”
“Perché… due persone si amano anche se sono
lontani?”
In quel preciso
momento scattò nella mente del vecchio le immagini della gioventù. La bottiglia
di vino, il tavolo che mostrava i punti di briscola incisi nel legno e i suoi
compagni di avventure, e gira che rigira i discorsi era sempre gli stessi: le
ragazze e l’amore. Si sedettero sulla panchina e il nonno guardò l’espressione
del bambino in attesa: “Sì, si amano
anche se sono lontani”.
“E allora, che cos'è l’amore?”.
“Elia, l’amore è un sentimento molto forte. Quando due
persone si vogliono tanto bene, si amano”.
“E come fanno ad amarsi?”.
Era stata una
situazione imbarazzante quando un giorno sua figlia gli chiese come nascevano i
bambini. E così si era fatto prestare una piccola lavagnetta per disegnare gli
apparati riproduttori maschili e femminili
e con due bottiglie d’acqua, tanto caldo e un’ora intensa di descrizioni
non aveva concluso molto. La bambina era andata sconvolta dalla mamma a
piangere. “Forse è meglio che tu vada al mercato e vedi se riesci a trovare i
cavoli! Sono sicura che li trovi! Non so proprio cosa ti è saltato in mente…”,
sua moglie lo aveva cacciato fuori casa per un giorno intero. E ora l’argomento
non era imbarazzante, ma complicato. Come poteva rispondere nel modo più
appropriato?
“Due persone si amano quando stanno bene insieme,
quando si trovano, si parlano e si capiscono. Si comprendono. Condividono.
Costruiscono e portano avanti un’idea
insieme”. Man mano le parole
andava a diminuire d’intensità fino a terminare in un bisbiglio. Aveva percepito
il pensiero del nipote esprimere cosa
stai dicendo?
“Nonno, non ho capito”.
“Forse lo capirai quando sarai più grande dai… ora
vediamo se riconosci quel fiore?”
“Perché solo quando sarò grande? Tu lo hai capito quando
eri più grande?”.
“Beh. In parte l’ho capito, ma forse non riesco a
spiegarti bene perché. È una parola molto vasta che include molte variabili…
Prova a dirmi tu. Non so spiegartelo”.
...“Cos'è per te l’amore?”
“L’amore è quando due persone si vogliono tanto
bene, non si sa perché, ma vogliono stare vicini, baciarsi sulla bocca e giocare
insieme al centro dei giochi”,
“E poi?”.
“Basta”, “Nonno, che cos'è quel fiore?”.
di Ermanno G.