Parte 3 di Il paese
Ciò che ci si aspetta
Erano respiri pieni e pesanti. Le cinque
del pomeriggio ed Elouise non era ancora tornata. La madre respirava così,
ansiosa mentre sbrigava le ultime faccende di casa. L’acqua calda per lavare il
pavimento surriscaldava l’ambiente ombreggiato e sfumava nell’aria.
Nella mente vorticavano domande e pensieri.
Perché sua figlia si comportava in quel modo? Lei non era così alla sua età.
Ventuno anni erano la soglia di maturità lì nel paese, il momento in cui tutte
le ragazze diventavano donne e prendevano la strada, che per tradizione era
costeggiata dai doveri di casa. Tuttavia Elouise non era mai a casa, e non
sembrava minimamente disposta ad assolvere quel ruolo. Alla madre vorticavano
domande senza fine collegate tra loro. Se le fosse stato richiesto, come poteva
imparare tutto ciò in poco tempo? Come poteva mostrarsi alla società senza un
benché minimo di esperienza casalinga? Come poteva un uomo accettare tutto ciò,
se avesse chiesto la sua mano? A queste domande non riusciva a trovar risposta,
e nel lamentio del fallimento per non esser stata in grado di allevare una
perfetta donna, la madre sfregava con sempre più violenza il pavimento.
Le cinque e mezza e il padre di Elouise camminava
lungo una delle poche vie del paese, la via verso casa. Attraversava le abitazioni
e le botteghe, animate dalle persone indaffarate, cariche dell’ultima energia
prima dell’imbrunire. L’aria di color arancio-marrone, profumata di castagne e
vino rosso, aveva sempre reso allegro e pacifico il padre, ma non quel giorno. Le
nuvole di pensieri erano rivolti a sua figlia. Eloui era sempre stata una
ragazzina vivace, intraprendente ed enormemente curiosa. Ma da qualche mese la osservava,
e, sebbene l’amasse profondamente, lo stava deludendo. Non stava assolutamente facendo
ciò che le veniva richiesto, soprattutto ciò che era più consono per la sua età,
poiché lei non era più la ragazzina che conosceva, ma una donna. E quella donna
preferiva vagare qua e là. Leggere, scrivere, ma nessun tempo dedicato ai
doveri. Perché? Caspita! Non le mancava certo l’esempio di una madre! Non riusciva
ad ottenere una risposta; come se mancasse il pezzo di un puzzle complesso.
L’unica risposta ovvia: se non si fosse interessata minimamente alla vita
quotidiana, avrebbe avuto serie difficoltà a trovare un uomo da sposare. Nessun
marito avrebbe accettato tale comportamento. O no? Il nervosismo gli fece
vedere un sassolino in mezzo alla strada, là innocuo e solitario. Egli guardò
la punta del piede e poi il sassolino. Due passi e il ginocchio schioccò dalla
potenza del calcio. Il tock contro una porta di legno.
Jeremy, il proprietario della porta di
legno, ma non solo, della casa della porta di legno, uscì già armato di insulti
per i mocciosi, che facevano sempre lì la gara al sasso lanciato più distante.
Ma… In strada c’era solo l’omone Peter. L’imbarazzo nel volto del primo, il
quale voleva chiedere una spiegazione, uguagliava il secondo, il quale, invece,
non voleva darne.
“Ehi
Peter! Ciao. Mi sembrava di aver sentito un colpo alla porta. Ma… Forse mi
sbaglio”.
“Ciao Jeremy! Ahn. Il sasso! Colpa mia. L’ho
calciato accidentalmente”.
“Non ti preoccupare. Come va?”.
“Diciamo che si tira avanti”.
Peter già in pantofole grigie bordate di
pelo bianco sbuffò incredulo: “Come? Il Peter di una volta non mi avrebbe mai
detto: si tira avanti – Rosa! Rosa! Vieni a salutare Peter!”. Uno scalpitio
dall’interno e dalla porta saltarono fuori a comando moglie e figli.
“Buona sera Peter!” cinguettò Rosa, la
moglie dalle guance rosee.
“Buona sera Rosa!” - “Che grandi i figli”.
“Sì. Beh, hanno la stessa età della tua
Eloui” - “Che spensierata! La vedo sempre girare attorno al lago e lungo i prati
vicino al bosco. Complimenti. È veramente una bella ragazza… O no Jackie?”.
Silenzio.
Bene. Al mondo esisto molti tipi di onde. Jackie,
ad esempio, non era mai stato al mare; mai aveva visto e provato la sensazione
di esser travolto da un’onda gigantesca. Mai aveva sofferto a causa dell’acqua
salata su per le narici. Tuttavia fece esperienza dell’onda dell’imbarazzo e la
voce non riusciva più ad uscire. La saliva si era raggruppata tutta all’inizio
della gola e spingeva contro le pareti, senza lasciar passare il respiro del
povero giovane. L’ingorgo si sblocco dopo qualche secondo di pura agonia. “Ssii.
Bella ragazza” disse, poi finalmente respirò. Nessuno notò il fenomeno; si
notava solo un ragazzo irrigidito contro lo stipite della porta.
Rosa e Jeremy espressero la stessa domanda
e, facendo parte del coro della chiesa, riuscirono ad amalgamare con perfetta
tonalità e sincronia le due voci: “E ha già trovato marito?”.
Non c’erano sassi da calciare nelle
vicinanze. “No. Ancora nessun marito” - “Penso non sia interessata,
momentaneamente”.
Rosa e Jeremy pensarono all’unisono,
tuttavia non fecero nessun coro. Come può non esser interessata ad aver marito?
Che idiozia è mai questa? I due coniugi non avevano proferito parola, Peter
però intuì nei loro sguardi un certo stupore.
“Sicuramente Anne saprà dare giuste parole
alla figlia?” – “Ora vado a terminare le pulizie e cucinare – Salutami Anne ed
Elouise”. Con tanta fretta ritornò dentro, seguita dalla figlia e da Jackie,
che non vedeva l’ora di togliersi di mezzo.
“Va bene Jeremy. Torno a casa che mi sta
aspettando mia moglie”.
“Aspetta! Volevo dirti… Volevo dirti che
nel caso in cui tua figlia fosse da maritare… Beh! Jackie è un bravo ragazzo. È
forte! Pensa che una volta ha pescato da solo un pesce di sette chili!” Jeremy parlava
sorridendo. Forse pensava che la prestanza fisica in un uomo fosse tutto. Aveva
dimenticato che ai tempi della sua gioventù la più bella ragazza del paese si
era fidanzata con il ragazzo più scheletrico.
“Certo. Terrò presente”. Il tono della voce
oramai non nascondeva la profonda tristezza per quell’argomento. Sembrava che
tutto l’Universo premesse per mettere in mostra i suoi pensieri e le sue
preoccupazioni per il futuro della figlia.
“Va bene. Ti lascio allora. Un saluto alla
tua famiglia Peter. Ciao”.
“Anche a te, buona serata”.
Finalmente!
Dopo
cinque passi l’uomo trovo il sasso desiderato. Lo guardò. Calciò con più forza
di prima. La successione di case era finita, ma centrò lo stesso un bersaglio.
Sentì solo il muggito nel prato ormai pece.
di Ermanno Gelain