giovedì 6 marzo 2014

Le frecce




Non sono le foglie impiantate
sono ruspe incagliate,
sono frecce.
Attendono che le balene li trapassano e
con tanto di boato.
Attendono, che cosa sperano
che i mari si capovolgono?
E intanto forse l’osso è rimasto,
qualche targhetta,
qualche abbagliato ricordo.

di  Umberto Salazar

sabato 4 gennaio 2014

Il Paese: Ciò che ci si aspetta

Parte 3 di Il paese

Ciò che ci si aspetta

Erano respiri pieni e pesanti. Le cinque del pomeriggio ed Elouise non era ancora tornata. La madre respirava così, ansiosa mentre sbrigava le ultime faccende di casa. L’acqua calda per lavare il pavimento surriscaldava l’ambiente ombreggiato e sfumava nell’aria.
Nella mente vorticavano domande e pensieri. Perché sua figlia si comportava in quel modo? Lei non era così alla sua età. Ventuno anni erano la soglia di maturità lì nel paese, il momento in cui tutte le ragazze diventavano donne e prendevano la strada, che per tradizione era costeggiata dai doveri di casa. Tuttavia Elouise non era mai a casa, e non sembrava minimamente disposta ad assolvere quel ruolo. Alla madre vorticavano domande senza fine collegate tra loro. Se le fosse stato richiesto, come poteva imparare tutto ciò in poco tempo? Come poteva mostrarsi alla società senza un benché minimo di esperienza casalinga? Come poteva un uomo accettare tutto ciò, se avesse chiesto la sua mano? A queste domande non riusciva a trovar risposta, e nel lamentio del fallimento per non esser stata in grado di allevare una perfetta donna, la madre sfregava con sempre più violenza il pavimento.

Le cinque e mezza e il padre di Elouise camminava lungo una delle poche vie del paese, la via verso casa. Attraversava le abitazioni e le botteghe, animate dalle persone indaffarate, cariche dell’ultima energia prima dell’imbrunire. L’aria di color arancio-marrone, profumata di castagne e vino rosso, aveva sempre reso allegro e pacifico il padre, ma non quel giorno. Le nuvole di pensieri erano rivolti a sua figlia. Eloui era sempre stata una ragazzina vivace, intraprendente ed enormemente curiosa. Ma da qualche mese la osservava, e, sebbene l’amasse profondamente, lo stava deludendo. Non stava assolutamente facendo ciò che le veniva richiesto, soprattutto ciò che era più consono per la sua età, poiché lei non era più la ragazzina che conosceva, ma una donna. E quella donna preferiva vagare qua e là. Leggere, scrivere, ma nessun tempo dedicato ai doveri. Perché? Caspita! Non le mancava certo l’esempio di una madre! Non riusciva ad ottenere una risposta; come se mancasse il pezzo di un puzzle complesso. L’unica risposta ovvia: se non si fosse interessata minimamente alla vita quotidiana, avrebbe avuto serie difficoltà a trovare un uomo da sposare. Nessun marito avrebbe accettato tale comportamento. O no? Il nervosismo gli fece vedere un sassolino in mezzo alla strada, là innocuo e solitario. Egli guardò la punta del piede e poi il sassolino. Due passi e il ginocchio schioccò dalla potenza del calcio. Il tock contro una porta di legno.
Jeremy, il proprietario della porta di legno, ma non solo, della casa della porta di legno, uscì già armato di insulti per i mocciosi, che facevano sempre lì la gara al sasso lanciato più distante. Ma… In strada c’era solo l’omone Peter. L’imbarazzo nel volto del primo, il quale voleva chiedere una spiegazione, uguagliava il secondo, il quale, invece, non voleva darne.
 “Ehi Peter! Ciao. Mi sembrava di aver sentito un colpo alla porta. Ma… Forse mi sbaglio”.   
“Ciao Jeremy! Ahn. Il sasso! Colpa mia. L’ho calciato accidentalmente”.
“Non ti preoccupare. Come va?”.
“Diciamo che si tira avanti”.
Peter già in pantofole grigie bordate di pelo bianco sbuffò incredulo: “Come? Il Peter di una volta non mi avrebbe mai detto: si tira avanti – Rosa! Rosa! Vieni a salutare Peter!”. Uno scalpitio dall’interno e dalla porta saltarono fuori a comando moglie e figli.
“Buona sera Peter!” cinguettò Rosa, la moglie dalle guance rosee. 
“Buona sera Rosa!” - “Che grandi i figli”.
“Sì. Beh, hanno la stessa età della tua Eloui” - “Che spensierata! La vedo sempre girare attorno al lago e lungo i prati vicino al bosco. Complimenti. È veramente una bella ragazza… O no Jackie?”.
Silenzio.
Bene. Al mondo esisto molti tipi di onde. Jackie, ad esempio, non era mai stato al mare; mai aveva visto e provato la sensazione di esser travolto da un’onda gigantesca. Mai aveva sofferto a causa dell’acqua salata su per le narici. Tuttavia fece esperienza dell’onda dell’imbarazzo e la voce non riusciva più ad uscire. La saliva si era raggruppata tutta all’inizio della gola e spingeva contro le pareti, senza lasciar passare il respiro del povero giovane. L’ingorgo si sblocco dopo qualche secondo di pura agonia. “Ssii. Bella ragazza” disse, poi finalmente respirò. Nessuno notò il fenomeno; si notava solo un ragazzo irrigidito contro lo stipite della porta.
Rosa e Jeremy espressero la stessa domanda e, facendo parte del coro della chiesa, riuscirono ad amalgamare con perfetta tonalità e sincronia le due voci: “E ha già trovato marito?”.
Non c’erano sassi da calciare nelle vicinanze. “No. Ancora nessun marito” - “Penso non sia interessata, momentaneamente”.
Rosa e Jeremy pensarono all’unisono, tuttavia non fecero nessun coro. Come può non esser interessata ad aver marito? Che idiozia è mai questa? I due coniugi non avevano proferito parola, Peter però intuì nei loro sguardi un certo stupore.
“Sicuramente Anne saprà dare giuste parole alla figlia?” – “Ora vado a terminare le pulizie e cucinare – Salutami Anne ed Elouise”. Con tanta fretta ritornò dentro, seguita dalla figlia e da Jackie, che non vedeva l’ora di togliersi di mezzo.
“Va bene Jeremy. Torno a casa che mi sta aspettando mia moglie”.
“Aspetta! Volevo dirti… Volevo dirti che nel caso in cui tua figlia fosse da maritare… Beh! Jackie è un bravo ragazzo. È forte! Pensa che una volta ha pescato da solo un pesce di sette chili!” Jeremy parlava sorridendo. Forse pensava che la prestanza fisica in un uomo fosse tutto. Aveva dimenticato che ai tempi della sua gioventù la più bella ragazza del paese si era fidanzata con il ragazzo più scheletrico.
“Certo. Terrò presente”. Il tono della voce oramai non nascondeva la profonda tristezza per quell’argomento. Sembrava che tutto l’Universo premesse per mettere in mostra i suoi pensieri e le sue preoccupazioni per il futuro della figlia.
“Va bene. Ti lascio allora. Un saluto alla tua famiglia Peter. Ciao”.
“Anche a te, buona serata”.
Finalmente!
Dopo cinque passi l’uomo trovo il sasso desiderato. Lo guardò. Calciò con più forza di prima. La successione di case era finita, ma centrò lo stesso un bersaglio. Sentì solo il muggito nel prato ormai pece.


                                                                                                                                                         di Ermanno Gelain