Tutto era accaduto cento
metri prima di uscire da quella che era stata un’arrampicata faticosa, lunga e
stressante
Gli imprevisti non
erano mancati. A Jean erano volati via dalle mani appigli apparentemente solidi,
causando cadute di metri e metri e alla sua compagna l’inconveniente di dover
sopportare l’ira che si scatenava dopo ogni volo. Quel giorno la roccia
sembrava voler spingere la coppia giù, verso la base. Forse un modo per esprimere
la volontà di non voler esser scalata, di non voler esser sfiorata, ma all’uomo
non interessava e non dava seguito ai messaggi. Voleva arrivare in cima. La
roccia e Clare dovevano fare silenzio.
Ma ora, in quei cento
metri prima di terminare la parete qualcosa era successo. Recuperando Clare,
l’anello di sosta del terrazzino aveva ceduto, staccandosi completamente dalla
roccia. La mancanza di scarico del peso aveva catapultato Jean a testa in giù nel
vuoto più totale, tenuto solamente da un chiodo piantato come ulteriore
sicurezza, dopo aver visto le condizioni dell’anello arrugginito.
Immaginate un filo
teso, così teso da produrre suono se mosso. Immaginate che esso non possa
cadere nelle mani della sarta solamente grazie ad un piccolissimo ago
conficcato nella stoffa. Immaginate l’instabilità di quell’unione con la vita e
riportatela a Clare e Jean, i quali si trovavano agli estremi della corda,
ambedue in aria a 1300 metri dal suolo sassoso.
Jean non sapeva cosa
fare; la pressione della compagna lo stava sfibrando e gli impediva qualsiasi
movimento. Come Clare, lui era troppo distante dalla roccia per potersi avvicinare,
attaccare e affievolire il suono del filo.
Gli occhi infiammati,
lucidi e affondati nel panico incontrarono quelli di Clare, i quali capivano
bene la situazione, ma erano tutt’altro che impauriti. Nel profondo azzurro,
ricamato da sottili linee di bianco pizzo e verde muschio, c’era qualcosa che si
esprimeva; qualcosa di immenso, qualcosa che non agitava, ma calmava il respiro
del suo compagno. Rapito, lui scavò sempre più nel profondo, e scoprì che l’azzurro,
il bianco e il verde in realtà si fondevano insieme, variando colore e forma. Si
accorse di non riuscir più a definire il colore degli occhi di Clare. Tuttavia
non era importante e passava in secondo piano rispetto a quel qualcosa che
aveva visto Jean nel profondo. E quel Qualcosa prese ancora più potenza, quando
gli occhi di lei si bagnarono e illuminati dal riflesso del coltello tagliarono
il filo. L’estremo cadde nelle mani della sarta.
Jean si svegliò di
colpo e si ritrovò con la testa avvolta nel telo della tenda. Si abbassò e
guardò subito alla sua sinistra. Clare era lì che lo guardava compassionevole. Senza
perder tempo respirò e disse: “ Passami il tuo coltello!”
Clare “Ora prova a
calmarti. Hai avuto un incubo?”.
Jean sorrise ed
esclamò: “ Non ti sembra che sia ora di andare al mare?”.
di Ermanno Gelain